Il Lavoro che cambia
Maria Silvia, imprenditrice folgorata dai rifiuti napoletani
Come genesi di un’azienda ha pochi eguali: quella di Maria Silvia Pazzi, ex consulente e professoressa, è infatti nata da una passeggiata in mezzo ai rifiuti napoletani. Letteralmente. «Ho fatto la consulente aziendale, ho insegnato Economia all’Università di Bologna e ho sempre avuto anche una grande passione per l’architettura e il design — racconta Maria Silvia — così quando mi trovai a Napoli nel 2008 durante lo scandalo dei rifiuti, ebbi l’idea, e con essa la voglia di creare un modello di business per la mia azienda, anch’esso rigenerativo». È nata così Regenesi, start up che oggi guida. Tra le fonti materiali dei prodotti che crea c’è tutto ciò che arriva dal «post-consumo»: le lattine di alluminio e gli scarti di vecchi elettrodomestici, oppure la polvere di gomma raccolta dagli aspiratori, oltre alla pelle rigenerata — detto così fa impressione ma non è quella umana della poltrona di fantozziana memoria. Questa deriva da scarti di vera pelle selezionati, preparati e defibrati e immessi in un processo di trattamento con acqua miscelata ad altre sostanze, soprattutto grassi e agenti coloranti. In era di spending review, evidentemente, vale anche questo.