Finalmente il Consiglio Europeo, dopo un difficile iter durato 3 anni, ha approvato il “pacchetto economia circolare” contenente nuove direttive sui rifiuti, volto a realizzare una transizione da un’economia “lineare” verso un modello circolare. Le quattro direttive, che entreranno in vigore il 4 Luglio c.a., riguardano i rifiuti, le discariche, gli imballaggi e i veicoli a fine vita, pile e rifiuti elettrici ed elettronici.
Gli obiettivi che dovranno essere raggiunti sono:
Va detto che durante il corso delle negoziazioni alcuni obiettivi sono stati ridefiniti, rispetto l’iniziale proposta del 2015, come descritto nella pillola N. 3. Il margine si è abbassato del 5% per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti urbani e del 10% per quello dei materiali da imballaggio. La motivazione potrebbe risiedere nella non virtuosa gestione dei rifiuti da parte di alcuni Stati Membri che conferiscono il 70-80% dei rifiuti in discarica.
E l’Italia? Si pone tra i leader della green economy con una percentuale di circolarità del 18,5% contro il 26,7% del primo assoluto, l’Olanda.
Da questo tipo di misure implementate dall’UE, ci si aspetta un ruolo sempre più centrale dei produttori attraverso una riduzione degli sprechi, utilizzando efficientemente le risorse, stimolando il packaging sostenibile, ma soprattutto riprogettando i prodotti con attenzione alle tematiche ambientali tramite un design sostenibile.
Una negoziazione che ha portato al ribasso questi obiettivi, è vero, ma se non sono sfidanti e realizzabili per tutti i Paesi membri, raggiungeremo lo scopo come Comunità europea ?