“Il mondo deve agire unito perché non c’è un piano B”
Queste sono le parole del viceministro dell’ambiente polacco Michal Kurtyka in occasione dell’apertura della conferenza ONU sul clima –COP24- tenutasi a Katowice, in Polonia, e conclusasi venerdì 14 dicembre.
Da questo lunedì invece è cominciata la discussione con i capi di governo e i ministri, volti a raggiungere una dichiarazione che garantisca una “giusta transizione” alle industrie alimentate con fonti fossili sulla strada del taglio delle emissioni di gas serra. Nel frattempo, la banca mondiale ha annunciato di avere impegnato 200 miliardi di dollari in aiuti ai paesi in via di sviluppo nella lotta contro il cambiamento climatico, coprendo il periodo 2021/2025 e andando a raddoppiare l’attuale piano quinquennale per combattere i mutamenti del clima.
“Siamo qui per consentire al mondo di agire insieme sul cambiamento climatico, tutti i paesi devono mostrare creatività e flessibilità (…) il segretario generale dell’ONU conta su di noi, non c’è un piano B”.
Non c’è un piano B, l’ha detto e ribadito più volte il viceministro ambientale, e da tempo ne siamo consapevoli anche tutti noi.
L’economia circolare non è più un vezzo teorico ma è diventata il nostro piano A, l’unico realmente sostenibile e futuribile per l’uomo e per l’ambiente negli anni a venire. E così il vero lusso diventa il lusso sostenibile, la cui preziosità è data tanto dall’oggettività tangibile di un prodotto quanto dalla filosofia che lo accompagna, rigorosamente green.
Il consumismo è destinato a diventare presto “out of fashion” come il nome dei numerosi nuovi corsi universitari che stanno nascendo in questi anni, dove gli studenti vengono formati su una cultura della moda consapevole, etica e innovativa, scoprendo una nuova forma di economia green legata al settore della moda e del design, ancora oggi simbolo di consumo a basso prezzo e dalla durata evanescente.
La giornalista Naomi Klein nel suo libro manifesto “No Logo” scriveva negli anni 2000: “Quando una t-shirt costa 1,00€ devi chiederti CHI e COME ne sta pagando le conseguenze”. La risposta è fin troppo chiara, ed è TUTTI NOI.
Regenesi da anni ha scelto di sposare l’economia circolare come piano A per i suoi prodotti e come partner per grandi aziende, nell’aiuto concreto ad uno sviluppo di business sostenibile, maturando un heritage interamente incentrato sulle tematiche di un lifestyle green. E tu? A che punto sei con la sostenibilità?