Entrata in vigore dal 1° gennaio, la manovra del governo Conte prevede nuovi interventi in ambito di efficienza energetica, di economia circolare, di rinnovabili e di green economy. Con essa, anche tutta una serie di misure dedicate alla sostenibilità ambientale ed una migliore efficienza energetica del sistema paese.
Per quanto riguarda l’economia circolare, la manovra prevede l’introduzione di incentivi alle imprese per ridurre e riciclare i rifiuti, con particolare attenzione alla plastica. A riguardo, è stato attivato un credito d’imposta nella misura del 36% delle spese sostenute dalle imprese per l’acquisto di prodotti riciclati ottenuti da materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica, nonché per l’acquisto di imballaggi biodegradabili e compostabili o derivati dalla raccolta differenziata della carta e dell’alluminio, nel limite di fruizione pari a 20 mila euro per ciascun beneficiario e, complessivamente, a 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.
“L’economia circolare è un fattore fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici, riducendone gli impatti negativi” spiega Gianluigi Angelantoni, vicepresidente del Kyoto Club. “Ma non è solo un fattore difensivo, è anche opportunità di nuovi business, di innovazione tecnologica, di nuovi posti di lavoro, consentendoci di vivere in un mondo più pulito, gratificati anche da significativi e tangibili ritorni economici”. Sarebbe però sbagliato considerare l’economia circolare un fenomeno che riguarda solo la produzione e il consumo di un bene. Incide infatti fin dalla costruzione di un sistema più efficiente di uso delle risorse. In questo senso, lo sviluppo dell’economia circolare va di pari passo con il tema del ciclo di vita dei prodotti e dei rifiuti e della gestione del fine vita.
Sono sfide importanti, ed è fondamentale che il Governo e il Parlamento diano delle risposte a riguardo.
Buone notizie arrivano anche sul fronte raccolta differenziata, funzionale al corretto sviluppo dell’economia circolare. L’anno scorso infatti (stando ai dati raccolti dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e dall'Unione imprese dell'Economia Circolare) la differenziata è cresciuta raggiungendo il 55,5% (+3% rispetto al 2016) e il riciclo dei rifiuti urbani è arrivato al 44% (+2% rispetto al 2016). Anche il riciclo dei rifiuti di imballaggio ha confermato la propria crescita (8,8 milioni di tonnellate nel 2017, +3,7% vs il 2016), raggiungendo il 67,5% sull’immesso al consumo, superando anzitempo l’obiettivo del 65% che la nuova direttiva indica al 2025.
Ottime notizie, soprattutto per quelle aziende che come noi, hanno fatto dell’economia circolare il proprio core business, e che oggi hanno la forza e il supporto produttivo per aiutare altre aziende italiane ed estere nello sviluppo di piccoli e grandi progetti di economia circolare, mettendo a disposizione heritage, materiali e competenze al raggiungimento di un obiettivo mondiale comune. Ogni piccolo passo aziendale è importante, e scegliere di farlo servendosi dei giusti strumenti e delle giuste competenze è un fattore chiave per una riuscita eccellente!