Il 22 ottobre 2025, Maria Silvia Pazzi, fondatrice e CEO di Regenesi, è salita sul palco del 4th World Conference on Climate Change & Sustainability 2025 per portare una voce diversa nel dibattito globale. Non quella degli allarmismi o delle dichiarazioni di principio, ma quella di chi, da anni, costruisce alternative concrete al modello lineare ed estrattivo (produci, consuma, scarta) della moda.
Il suo intervento – "Evolving Fashion & Textile Environmental Impact: The Beauty Will Save the World" – ha rappresentato un momento di sintesi tra visione estetica e pragmatismo industriale, tra ricerca ed innovazione e applicazione sul campo. Perché è proprio in questa intersezione che Regenesi ha costruito la propria identità: quella di un brand pioniere della moda circolare, riconosciuto in contesti internazionali non solo per i prodotti, ma per il contributo visionario ed operativo alla trasformazione del settore.
Dal globale al locale: il valore dell'azione concreta
Climate Change & Sustainability 2025 ha riunito a Milano stakeholder da tutto il mondo con un mandato chiaro: superare la fase della discussione e passare all'implementazione. Dalle riduzioni delle emissioni di metano alle pratiche sostenibili in agricoltura, dai trasporti alle costruzioni, l'urgenza è una sola – agire, ora.
In questo contesto, la moda e il tessile rappresentano uno dei settori più critici. Responsabile del 10% delle emissioni globali di CO2, dell'inquinamento idrico dovuto a tinture e trattamenti chimici, della generazione di oltre 92 milioni di tonnellate di rifiuti annui, l'industria della moda è al tempo stesso problema e potenziale soluzione. Ma solo se si abbandona la retorica per abbracciare la pratica.
Ed è qui che Regenesi porta il proprio contributo distintivo: un punto di vista applicativo, costruito dal basso, attraverso anni di sperimentazione materica, sviluppo tecnologico e collaborazione con partner industriali e creativi. Non principi, ma processi verificabili, scalabili, replicabili.
Bellezza come Motore di Cambiamento
Il titolo dell'intervento di Maria Silvia Pazzi – "The Beauty Will Save the World" – richiama una delle convinzioni fondative di Regenesi: il cambiamento sistemico non può prescindere dall'ispirazione estetica. Le persone non sceglieranno mai prodotti sostenibili se questi rappresentano solo una rinuncia. La sostenibilità deve essere desiderabile, deve emozionare, deve incarnare una bellezza nuova – quella che nasce dalla responsabilità.
Questa visione intreccia tre dimensioni indissolubili:
- Ricerca estetica: perché la bellezza non è decorazione superficiale, ma linguaggio capace di ispirare nuovi immaginari. Ogni collezione Regenesi è un manifesto visivo che dimostra come materiali rigenerati possano competere – e superare – in qualità e fascino i materiali vergini.
- Tecnologia abilitante: la bellezza da sola non basta. Serve l'innovazione tecnica che renda possibile la trasformazione. Le nostre tecnologie proprietarie – come Respetto, capace di rigenerare rifiuti tessili in nuova materia prima – sono il cuore pulsante di questo processo. Senza tecnologia, la circolarità rimane un'aspirazione di nicchia; con la tecnologia, diventa realtà industriale.
- Ecodesign: progettare tenendo conto dell'intero ciclo di vita del prodotto, dalla selezione dei materiali al fine vita, passando per processi produttivi a basso impatto. L'ecodesign è metodo, disciplina, responsabilità progettuale che anticipa le conseguenze ambientali di ogni scelta.
Regenesi come luogo di sperimentazione e di azione
Essere invitati a Climate Change & Sustainability 2025 non è solo un riconoscimento istituzionale, ma la conferma di un percorso. Regenesi non è un brand che "fa anche sostenibilità" – è un laboratorio di ricerca applicata che opera nel settore moda.
Negli anni, questo approccio ci ha portato a collaborare con università, centri di ricerca, istituzioni culturali. Uno dei punti centrali dell'intervento di Maria Silvia Pazzi riguarda la necessità di identificare azioni concrete che possano ridurre l'impatto ambientale del settore moda partendo dal basso. Non aspettando regolamentazioni calate dall'alto, non delegando ad altri la responsabilità del cambiamento.
Oltre la Conferenza: un impegno continuo
L'intervento a Milano rappresenta un momento, non un punto di arrivo. Perché la vera sfida non sta nel raccontare cosa abbiamo fatto, ma nel continuare a farlo, migliorarlo, condividerlo e scalarlo dimensionalmente.
Regenesi si impegna a essere non solo un brand, ma una piattaforma di conoscenza e relazioni aperta al confronto, alla collaborazione, alla contaminazione con altri settori. Perché la transizione ecologica della moda non può essere il risultato dell'azione isolata di singole aziende, ma di un ecosistema collaborativo che mette al centro ricerca, innovazione e bellezza.
La bellezza, quella vera, non salverà il mondo da sola. Ma può ispirare le azioni che lo faranno.
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