Per una donna, una borsa non è semplicemente una borsa.
La storia della borsa ha origini antichissime e ancora oggi rappresenta senza dubbio uno degli accessori più ambiti e amati dalle donne, in grado di arricchire ogni look conferendogli un’allure più ricercata.
Quella di Fruit Bag è una storia nella storia. Sì, perché Setsu e Shinobu hanno saputo giocare con un’icona, quella della classica busta della spesa, senza stravolgerla, ma convertendola in oggetto del desiderio e divertendosi a ricreare, attraverso la texture materica della pelle rigenerata, la “mano” dell’iconica shopping di carta. Un gioco di richiami, ancora più contemporaneo oggi di quanto non lo fosse qualche hanno fa, quando Fruit Bag prese vita.
Uno dei maestri dello scorso secolo - Marcel Duchamp - descriveva l’arte come "un gioco di uomini di tutte le epoche”, e oggi siamo noi ad essere protagonisti della forma più contemporanea di questo gioco. Un gioco che piace molto sia ai designer che al pubblico.
Il panorama ricco di input in cui viviamo avvolge completamente i concetti di originalità (essere all’origine di) e di creazione (creare qualcosa dal nulla), e il materiale visivo non è più primario, ma aperto alla creatività e alla reinvenzione. È questo il contesto in cui è nata Regenesi, con la sua moda etica e il design sostenibile in grado di reinventare il passato partendo proprio dalla materia, in un’ottica coerente di economia circolare.
Alla domanda: come può quindi un’azienda di moda produrre unicità e significato a cominciare da questa massa di oggetti che costituisce il nostro quotidiano? La risposta è che tutto è possibile, e Fruit Bag ne è l’esempio.