IL BELLO È SOSTENIBILE
Lo sapevi che la bellezza è un’esigenza primaria dell’uomo? Proprio così, in tutte le civiltà gli oggetti della vita quotidiana sono sempre stati molto più che dei beni strumentali. La bellezza, apparentemente inutile e superflua, è sempre stata considerata una necessità.
Se l’impatto con la bruttezza è una molla per l’impegno ecologico, l’idea della bellezza e di uno sviluppo sostenibile possono infondere in noi la voglia e il piacere di impegnarci per un futuro ecologico, e questa è anche un po’ la nostra storia.
Infatti, la bellezza è un fattore essenziale della sostenibilità, un aspetto irrinunciabile e finora perlopiù trascurato. Siamo chiamati a trovare nuove forme produttive, stili di vita e modelli di consumo che comportino un utilizzo oculato delle risorse e ci seducano anche attraverso la sfida affascinante di dover convivere coi nuovi limiti. La bellezza del senso della misura, della gestione accorta delle risorse e della ritrovata identità locale sono altrettante espressioni di una bellezza conciliabile con una vita sostenibile.
La bellezza deve essere intesa anche come speranza di un benessere futuro, da qui il concetto di bellessere.
Secondo Enzo Spaltro, psicologo del lavoro, “vivere tendendo al bellessere vuol dire considerare il futuro come progetto di vita, proprio e della comunità in cui si vive. In questo modo il benessere diventa progressivamente bellessere, soggettivo e diffuso”. E oggi lo ritroviamo anche negli elementi intangibili e nei valori che danno vita ai prodotti da cui amiamo essere circondati. Da qui il payoff di Regenesi ”il bello è sostenibile” perché non esiste bellezza se non nel rispetto del pianeta e dei suoi abitanti.
Anche a livello aziendale ci vuole il coraggio mentale e operativo per la realizzazione di nuove idee. Ogni giorno noi di Regenesi mettiamo a disposizione un background decennale per numerose aziende e organizzazioni che hanno deciso di cambiare il proprio iter produttivo e organizzativo introducendo i concetti di economia circolare e sostenibilità ambientale.
Perché non c’è altra via, i beni materiali del futuro dovranno essere sostenibili: prodotti belli, qualitativamente buoni e di lunga durata, realizzati nella consapevolezza della nostra responsabilità ambientale. L’estetica degli oggetti del futuro sarà imperniata su fattori quali il consumo ridotto di risorse, l’utilità e la funzionalità, la discrezione e la responsabilità sociale, ma anche sulle emozioni e le percezioni sensoriali che provocano.
Ne parlano ormai tutte le grandi personalità della moda da Armani ad Alessandro Michele, è ora di tirare il freno! I beni del futuro dovranno rispondere ad un'estetica nuova alla quale il design è chiamato a dare un contributo importante e responsabile, tornando a cercare ispirazione nella bellezza del ritmo della natura, in un nuovo modo di vivere la moda.