Chiamarlo pattern è riduttivo, il tessuto a pois è considerato ormai un passepartout, un classico alla pari di ogni monocromia, e nel suo alternarsi di colori il tessuto a pois racconta una storia lunga e travagliata.
“Non indosserai veste tessuta in due”, questo il passo dell’Antico Testamento la cui interpretazione durante il Medioevo condannò le vesti bicolore a secoli bui. Disegnare i pallini in modo equidistante senza l’aiuto delle macchine era praticamente impossibile, e il rischio era quello di ottenere un risultato irregolare dall’aspetto “macchiato” e grottesco, che poteva portare alla mente un’immagine di malattia.
Per questi motivi, in Europa in questo periodo nessuno indossava tessuti a pois.
Per cominciare ad indossarlo dovranno passare ancora parecchi anni, fino a quando, a fine Ottocento, verrà sdoganato dalla Polka, il famoso ballo che è passato velocemente di moda lasciandoci l’intramontabile fantasia da indossare (pois si scrive polka dots in inglese). Negli anni ’30 questa fantasia raggiunge il suo apice nell’abbigliamento, in formato micro e su sfondi neri e blu.
Saranno poi gli anni ’50 a decretarne il successo, nella moda, nel cinema e nel design, sdoganati con grande fantasia di ogni forma e colore, sono diventati un vero must have, destinato a diventare icona in tutto il mondo e in ogni classe sociale.
Ad oggi il pois ritorna ciclicamente in passerella, come nelle proposte della primavera estate 2018. “There is never a wrong time for a polka dot” dice Marc Jacobs, e come dargli torto! Il pois è un classico senza tempo che abbiamo piacere di rivedere in passerella e di indossare, anche seguendo accezioni più colorate e fantasiose rispetto alla veste più conosciuta, classica e bon ton.
Anche Regenesi ha voluto dare la sua interpretazione di questa icona in versione eco-friendly attraverso File Bag, una borsa senza tempo in pelle rigenerata che rappresenta appieno la nostra idea di lusso sostenibile, bella, femminile ed eco sostenibile.