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Venerdì 24 gennaio abbiamo celebrato la Giornata Internazionale dell'Educazione, istituita dalle Nazioni Unite per riconoscere l'istruzione come un diritto fondamentale. Questo tema passa quasi inosservato: immersi nell'immediato, dimentichiamo che senza nuovi apprendimenti collettivi non può esserci #progressosostenibile.
La transizione verso un'economia circolare non richiede solo l'apprendimento dell'ecologia, ma rendere l'apprendimento stesso un processo ecologico. Cosa significa? Immaginiamo l'apprendimento come un sistema dinamico, dove non basta acquisire informazioni, ma è necessario #connettere, #interpretare, #creare e #rigenerare e dove ogni conoscenza influenza ed è influenzata dal contesto.
In questo modo, l'apprendimento diventa l'arte di guardare da nuovi punti di vista, di generare nuove cornici, di leggere #connessioni che sembrano invisibili, di cambiare #prospettiva. Non solo un apprendimento nozionale e ripetitivo, ma l'acquisizione di nuove posture verso il mondo, verso gli altri e verso noi stessi.
Design e moda hanno un valore importante in questo processo: ogni oggetto può proporre uno stereotipo o aprire una nuova prospettiva, diventando generatore di nuovi punti di vista. Prospettive che suscitano #desiderio #curiosità #innovazione.
Cerchiamo l'eccesso nel vero senso della parola, dal latino ex-sidere "che viene dalle stelle"; lavoriamo affinché ogni nostro accessorio superi l'ordinario e stimoli il #desiderio di un mondo diverso e migliore in cui i nostri figli possano vivere.
Vogliamo creare oggetti che non siano solo repliche di ciò che è già stato visto: sono piccole provocazioni che stimolano una #trasformazione. Qualcosa che attrae, sollecita e stimola il nuovo. Un accessorio che non sia solo un prodotto, ma un racconto, una #provocazione #estetica o #materiale che risveglia immaginari alternativi di sostenibilità e innesca nuovi percorsi. Il design diventa così il linguaggio chiave per ridisegnare il futuro, dove ogni oggetto è un seme di cambiamento che genera movimento nella coscienza collettiva.
La transizione verso un'economia circolare non richiede solo l'apprendimento dell'ecologia, ma rendere l'apprendimento stesso un processo ecologico. Cosa significa? Immaginiamo l'apprendimento come un sistema dinamico, dove non basta acquisire informazioni, ma è necessario #connettere, #interpretare, #creare e #rigenerare e dove ogni conoscenza influenza ed è influenzata dal contesto.
In questo modo, l'apprendimento diventa l'arte di guardare da nuovi punti di vista, di generare nuove cornici, di leggere #connessioni che sembrano invisibili, di cambiare #prospettiva. Non solo un apprendimento nozionale e ripetitivo, ma l'acquisizione di nuove posture verso il mondo, verso gli altri e verso noi stessi.
Design e moda hanno un valore importante in questo processo: ogni oggetto può proporre uno stereotipo o aprire una nuova prospettiva, diventando generatore di nuovi punti di vista. Prospettive che suscitano #desiderio #curiosità #innovazione.
Cerchiamo l'eccesso nel vero senso della parola, dal latino ex-sidere "che viene dalle stelle"; lavoriamo affinché ogni nostro accessorio superi l'ordinario e stimoli il #desiderio di un mondo diverso e migliore in cui i nostri figli possano vivere.
Vogliamo creare oggetti che non siano solo repliche di ciò che è già stato visto: sono piccole provocazioni che stimolano una #trasformazione. Qualcosa che attrae, sollecita e stimola il nuovo. Un accessorio che non sia solo un prodotto, ma un racconto, una #provocazione #estetica o #materiale che risveglia immaginari alternativi di sostenibilità e innesca nuovi percorsi. Il design diventa così il linguaggio chiave per ridisegnare il futuro, dove ogni oggetto è un seme di cambiamento che genera movimento nella coscienza collettiva.