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LA BELLEZZA DEL MADE IN ITALY: UN PATRIMONIO DA PROTEGGERE E RINNOVARE

Regenesi Staff

LA BELLEZZA DEL MADE IN ITALY: UN PATRIMONIO DA PROTEGGERE E RINNOVARE

Il #MadeinItaly non è semplicemente un'etichetta commerciale. È un'eredità culturale, un modo di essere e di interpretare la vita  che affonda le sue radici nella nostra storia millenaria. In occasione della recente Giornata del Made in Italy, vale la pena riflettere su ciò che questo concetto rappresenti e sui rischi che corre.


L'essenza del Made in Italy: la bellezza come valore


C'è un livello più profondo sottostante a  ciò che chiamiamo Made in Italy. È la #bellezza. Una bellezza diffusa, profonda, culturale  che plasma il modo in cui noi italiani viviamo, pensiamo e creiamo. Ed è forse proprio qui che il Made in Italy veramente inizia.

Questa bellezza non è superficiale, ma sostanziale. Si manifesta nell'attenzione quasi maniacale al dettaglio, nella cura artigianale che trasforma ogni oggetto in un piccolo capolavoro. Non è un caso che i prodotti italiani siano riconosciuti in tutto il mondo: dietro ognuno di essi c'è una tradizione di eccellenza che è stata tramandata  di generazione in generazione.

Il lusso italiano non è ostentazione, ma qualità autentica che arricchisce la vita quotidiana. È la celebrazione della soggettività, dell'unicità di ogni creazione e di chi la utilizza. È il piacere di possedere qualcosa che non è solo funzionale, ma che parla di storia, di cultura, di bellezza. È l'espressione tangibile del nostro saper vivere, del nostro approccio estetico all'esistenza.


I rischi che minacciano il Made In Italy

Tuttavia, questo patrimonio si trova oggi ad affrontare sfide che ne minacciano l'essenza. Tre sono i pericoli principali che dobbiamo riconoscere e contrastare.

Il primo è la #stereotipizzazione: quando il Made in Italy diventa una formula, un cliché da replicare meccanicamente, perde la sua #autenticità. Ridurre la nostra produzione a una serie di icone preconfezionate significa tradirne lo spirito creativo e innovativo che l'ha sempre caratterizzata.

Il secondo pericolo è quello che potremmo chiamare "disneyficazione". Basta guardare ai centri storici di Venezia, Firenze, Roma: da luoghi vivi di cultura e creazione si stanno trasformando in parchi a tema, museificati e svuotati della loro anima autentica. Le botteghe artigiane lasciano il posto a negozi di souvenir standardizzati, e il tessuto sociale che alimentava la creatività locale si disgrega.

Infine, c'è il rischio di separare il #saperfare dal #sapercreare. Le recenti polemiche sulla reale provenienza di molti prodotti di lusso evidenziano questo problema: quando il design rimane italiano ma la produzione viene delocalizzata, si spezza quella catena virtuosa che ha sempre caratterizzato il nostro modo di creare. L'artigiano non è solo un esecutore, ma un interprete e spesso un innovatore. Separare ideazione e produzione significa impoverire entrambe.


Regenesi: Il Made in Italy al futuro

In questo contesto, noi di Regenesi abbiamo scelto di interpretare il Made in Italy in chiave contemporanea, cercando di leggerne  l'anima e  proiettandola nel futuro. La #bellezza rimane il nostro faro guida, il #saperfare artigianale e l’ #ecodesign i nostri  metodi, la #tecnologia il nostro fattore abilitante.

Crediamo che il vero Made in Italy del XXI secolo non possa prescindere da una visione responsabile verso il pianeta e le generazioni future. La bellezza che creiamo deve essere sostenibile per noi e per le generazioni future.. E in questo incontro tra tradizione e innovazione, tra maestria artigianale e responsabilità ambientale, vediamo il futuro di quella straordinaria espressione culturale che il mondo conosce come Made in Italy