In un'immagine apparentemente semplice, uno Zaino Regenesi della Collezione Re-Flag viene esposto accanto alla celebre poltrona Favela dei Fratelli Campana alla mostra “Extreme Present” in questi giorni all’ADI Museum di Milano. Due creazioni distanti nel tempo e nella funzione, eppure straordinariamente vicine nella loro essenza più profonda. Entrambe raccontano una storia di trasformazione e di visione, emblemi di quel che significa essere contemporanei oggi.
Oltre l'Economia Lineare
Viviamo in un'epoca in cui il modello "estrai, produci, butta" sta mostrando tutti i suoi limiti. L'iper-antropizzazione del nostro pianeta ci impone di ripensare radicalmente il modo in cui interagiamo con le risorse. Non è più solo una questione di sostenibilità ambientale, ma di sopravvivenza collettiva.
La poltrona Favela dei fratelli Campana brasiliani rappresenta perfettamente questa svolta concettuale. Creata nel 1991, è diventata un'icona del design contemporaneo non nonostante, ma proprio grazie al suo approccio rivoluzionario: piccoli pezzi di legno di scarto, assemblati senza uno scheletro predefinito, trasformati in un oggetto funzionale ed esteticamente affascinante. È l'antitesi della produzione industriale standardizzata – ogni pezzo è unico, nato dalla casualità dei materiali disponibili e dalla maestria artigianale. Si ispira all'artigianato da "bricoleur" e alla necessaria creatività degli abitanti delle favelas che cercano la propria strada verso un benessere possibile.
L'estetica emergente del riuso industriale e creativo
Parallelamente, la collezione Re-Flag incarna lo stesso spirito innovativo nel mondo della moda. Le nostre borse nascono da un processo di trasformazione delle bottiglie di plastica in tessuti di alta qualità. Ciò che era destinato a diventare rifiuto si trasforma in un accessorio di design, portatore di valori estetici contemporanei e di una narrazione di sostenibilità.
Questo dialogo visivo tra la poltrona Favela e la borsa Re-Flag non è casuale. Rappresenta l'emergere di una nuova sensibilità estetica che valorizza l'imperfezione, la stratificazione, la storia dei materiali. Il bello non è più sinonimo di perfetto, levigato, uniforme. Il contemporaneo abbraccia la complessità, la storia, persino le cicatrici dei materiali. Il bello contemporaneo esce dai canoni predefiniti e ne propone di nuovi che incorporano innovativi processi produttivi.
Ripensare la Produzione
La vera rivoluzione del contemporaneo sta nel ripensamento dei processi produttivi e dei modelli economici sottostanti. Sia la poltrona Favela che la collezione Re-Flag sfidano i modelli tradizionali di produzione:
- Dal lineare al circolare: rompendo con l'idea che un prodotto segua un percorso unidirezionale dalla creazione allo smaltimento
- Dall'uniformità all'unicità: valorizzando le differenze invece di eliminarle
- Dalla creazione ex-novo alla trasformazione: riconoscendo che il valore può nascere dalla metamorfosi, non solo dalla creazione da zero
Una Responsabilità Collettiva
In questo contesto, designer, produttori e consumatori sono chiamati a una responsabilità condivisa. Non si tratta più solo di creare o acquistare oggetti, ma di partecipare a un ecosistema di significati e relazioni.
La borsa Re-Flag non è semplicemente un accessorio, così come la poltrona Favela non è solo un posto dove sedersi. Sono manifestazioni tangibili di una visione, atti che dichiarano una posizione nel mondo.
Il Contemporaneo è un'opportunità, ma fa paura
Essere contemporanei oggi significa riconoscere che i limiti del nostro pianeta non sono vincoli da aggirare, ma opportunità per reinventare il nostro rapporto con gli oggetti e i materiali. Significa abbracciare un'estetica che celebra la trasformazione e la rinascita. Significa riconoscere che la vera innovazione non sta necessariamente nel creare qualcosa di completamente nuovo, ma nel vedere con occhi nuovi ciò che già esiste.
Lo Zaino Re-Flag e la poltrona Favela sono espressioni di questa consapevolezza. Il loro incontro, cristallizzato in un'immagine, ci ricorda che il contemporaneo non è solo un periodo storico, ma un modo di essere nel mondo. Un modo che guarda al futuro, con profondo rispetto per il passato e per le risorse limitate del nostro presente.
E tu, come stai ridefinendo il contemporaneo nella tua azienda e nella tua vita quotidiana?