Il mondo cambia, le tendenze accelerano (si pensi a cosa è successo in poche settimane con la digitalizzazione dei processi di lavoro in tempo di Covid 19), si contraggono, mutano e svaniscono, mentre altre prendono forma. Siamo entrati in un'era in cui è sempre più necessario cambiare modo con cui guardiamo al futuro (da previsione “Forecast" ad anticipazione “Foresight") costruendo scenari possibili che interpretano i segni emergenti.
Il continuo evolvere delle cose non si riesce a gestire e contrasta cambiando rotta in ogni momento, e non si può neppure rimanere granitici su posizioni non più contemporanee rispetto a quello che sta succedendo nel "qui ed ora". La sfida è guardare al futuro con occhi diversi, prevedendo i possibili scenari alternativi e lavorando perché si realizzi quello che riteniamo per noi compatibile e coerente. Ma come possiamo capire il futuro? Una possibile risposta è nell’arte.
La creazione artistica è una forma di linguaggio autonomo che permette di conoscere ed interpretare il mondo e di capirne risvolti a cui non avevamo pensato (quando non si limita ad essere unicamente forma e decorazione). L’artista esprime un proprio punto di vista oltre che un canone estetico, un insieme di significati che lui stesso rinviene nella realtà e che anticipa alcuni futuri scenari possibili.
Il management è riuscito ad incrementare esponenzialmente la produttività di impresa grazie all’utilizzo della tecnica, che ora necessita di essere integrata ad una capacità di visione d'insieme, una visione tipicamente propria degli artisti. La domanda che dovremmo farci è: quale futuro vogliamo per noi stessi? Per le persone a cui vogliamo bene e per le nostre aziende?
Michelangelo Pistoletto nel 1967 diede vita alla “Venere degli Stracci. Con quest'opera l’artista mise a confronto l’idea classica di bellezza (un'idea ordinata rappresentata da Venere, simbolo di bellezza e fertilità) con un cumulo di abiti dismessi, giocando quindi sulla contrapposizione fra questi elementi. Un'antitesi che ci obbliga a riflettere sulla nostra idea di bellezza possibile nel nostro mondo.
Noi di Regenesi crediamo che in futuro si debba cercare una nuova sintesi fra bellezza e sostenibilità, e che, ripartendo dalla rigenerazione degli stracci, sia possibile progettare nuove e molteplici forme di bellezza. Sarà esattamente la bellezza (grazie alle nuove tecnologie) che salverà il mondo, ma questo dipenderà da ognuno di noi.